Mahatma Gandhi
Al 1931 risale il primo incontro di Montessori, avvenuto a Londra, con Gandhi, che aveva fatto della non-violenza una filosofia ed una modalità per la soluzione dei conflitti. Un incontro rinnovatosi poi a Roma nel dicembre dello stesso anno, quando Gandhi visita la sede dell’Opera Montessori, la Scuola di metodo ed una “Casa dei Bambini”, assicurando il suo vivo interessamento per la diffusione del metodo Montessori in India. Gia nel 1913 uno studente indiano aveva partecipato al primo corso internazionale per la formazione di insegnanti nel metodo Montessori, svoltosi a Roma.
Dell’incontro di Gandhi e Montessori riportiamo parte del discorso che il politico ed educatore indiano tiene a Londra nel 1931 in occasione dell’inaugurazione del XVII corso internazionale Montessori.
“Poiché mi è stata concessa la benedizione di avere dei figli, ho scoperto che la legge dell’amore è meglio intesa e appresa nel contatto con i bambini. Se non fosse per noi, genitori stolti, i nostri bambini sarebbero la perfetta innocenza. Io credo che il bambino non nasca nel peccato. Se i genitori sapessero governarsi mentre il bambino cresce e si sviluppa, fin da quando è concepito, egli obbedirebbe istintivamente alla legge della Verità e dell’Amore. E quando io compresi ciò nella prima parte della mia vita, un graduale ma chiaro mutamento sopravvenne in essa.
Non voglio descrivere per quali fasi questa mia agitata vita sia trascorsa; posso però in perfetta umiltà dire che per quel tanto d’amore che seppe incarnare, in pensieri, parole, fatti, essa attuò la pace che supera ogni conoscenza.
Fu nel 1915, giungendo in India, che per la prima volta ebbi sentore della Sua opera. E speravo di trovare qui, a Londra, lei e i suoi bambini. E’ per me una gioia indicibile il vedere come questi bambini vengano guidati alla virtù del silenzio, in quale profumata pace essi rispondano, avanzando, alla lieve chiamata del maestro. E’ una gioia indicibile seguire i bei movimenti ritmici. Mentre segue quei movimenti, il mio cuore si porta a milioni di bimbi nei poveri villaggi affamati dell’India, e io mi chiedo: ‘potrò dare a quei bambini quella educazione che il Suo metodo è capace di dare?’. Noi ci troviamo davanti al problema di dover dare ai nostri bambini una vera educazione senza averne i mezzi. […]
Ella ha giustamente detto che se vogliamo veramente portare in terra una sostanziosa pace, dobbiamo cominciare dai bambini. Poiché, crescendo essi nella loro naturale innocenza, non avremo lotte, non crisi vane e stolte, ma procederemo d’amore in amore, di pace in pace, finché tutto il mondo non sarà penetrato di quell’amore e di quella pace ai quali, consciamente o inconsciamente, il mondo anela”.
Il metodo Montessori nei rapporti culturali italo indiani, in “Montessori”, a.I, n.4, luglio-agosto 1932, pp.227-228.