Montessori, perché sì
di Prisca Melucco, Presidente di MontessoriInPratica
Offrire al figlio o ai figli una buona scuola Primaria è un obiettivo importante.
Chi non ricorda il primo giorno di scuola? E l’emozione dei genitori che ti hanno accompagnato?
E’ il segno tangibile che il bambino sta diventando grande; è il primo passo per entrare nella società con gli strumenti giusti.
Non c’è dubbio che la scuola Primaria sia una esperienza di vita fondamentale; per questo, la scelta della scuola giusta è così importante.
Una scelta di cui, sempre di più, i genitori sentono il carico della responsabilità: sto facendo la scelta giusta per mio figlio?
Ma perché scegliere proprio una scuola Montessori?
Cosa ha di così speciale?
Proverò a spiegarlo, giocando con domande e risposte, in ciò ripercorrendo lo schema del lavoro, rivolto ai genitori dei bambini più piccoli, dell’educatrice americana Terry Malloy. E’ un delizioso libretto, curato in italiano da Elena Dompé, di solo 100 pagine, dal titolo Montessori e il vostro bambino. Ad alcune delle domande proposte dalla Malloy rispondo adattando il contenuto per l’età della classe Primaria.
Mi scuso in anticipo della lunghezza del testo ... sicuramente non adatto in un sito. Ma sono tante le domande che ci fate voi genitori.
Avete mai provato la differenza che c’è tra leggere o sentir parlare di qualcosa e farla di persona?
La risposta a questa domanda è alla base della specificità del metodo Montessori.
In una classe montessoriana il bambino non riceve solo gli insegnamenti da parte della maestra, ma ha modo di approfondire, attraverso esperienze personali, le competenze che l’insegnante ha spiegato.
Prendiamo ad esempio una lezione di storia.
Generalmente una brava insegnante, dopo aver raccolto del materiale documentario, fa la sua lezione; poi invita il bambino a studiare la sintesi sul sussidiario.
Ma quel bambino quanto ha effettivamente capito i contenuti della lezione e quanto impara a memoria? Ma, soprattutto, quanto gli interessa quello che gli viene richiesto di apprendere?
Può essere una striscia con tanti pezzi di sistemare, può essere un orologio delle ere, un cartellone…qualunque strumento che gli permetta tangibilmente di ripercorrere quante volte desidera la lezione.
Potrà “lavorarci” da solo e insieme a uno o più compagni.
Importante che quanto ascoltato dall’insegnante possa concretizzarsi nelle sua mani, possa essere percorso con i sensi, possa essere elaborato lentamente dalla sua intelligenza.
E’ un percorso più lungo, ma che coinvolge più profondamente le sue potenzialità.
Soprattutto è importante che il bambino possa ripercorre lo schema della lezione quanto vuole, possa ridisegnare, ricostruire… addirittura può presentare ai suoi compagni, attraverso quella che viene chiamata la conferenza, il lavoro fatto.
Questo lavoro non è stato solo un compito da svolgere, ma ha dato possibilità al bambino di scegliere la modalità con cui realizzarlo, ha suscitato in lui interesse, a volte lo ha entusiasmato…ha fatto ricerca, si è organizzato…è arrivato ad elaborare lui stesso del materiale da presentare ai compagni…
Pensate sia possibile imparare a giocare a tennis leggendo un libro, guardando gli altri, sentendo qualcuno che ne parla?
Immaginiamo ora un bambino che è ancora alle prime armi nella scrittura e lettura. Sono meccanismi che necessariamente devono essere perfezionati attraverso l’esercizio personale.
In una classe Montessori, in pratica, funziona così:
- nell’ambiente-classe sono sistemate tante attività su scaffali a disposizione del bambino che gli permettono di conquistare gradualmente le competenze necessarie;
- ogni bambino, quindi, sceglie l’attività (e con essa il suo livello di impegno, quello che sente più opportuno per sé),
- svolge il compito indicato dal materiale, raggiunge con i suoi tempi il risultato e ...
- ... quando è sicuro del fatto suo, mostra con soddisfazione il suo lavoro all’insegnante, che lo apprezza e lo invita a sfide più impegnative.
Questo è ciò che accade nella giornata scolastica, quasi sempre con grande partecipazione, direi passione, nei bambini, perché è stato possibile inserire l’elemento della scelta e del lavoro con tempi propri.
Potersi applicare con interesse è già un grande obiettivo, ma a questo rapidamente si inserisce la scoperta e l’utilizzo di quello che, in gergo montessoriano, è chiamato errore amico.
È una delle prime conquiste che il bambino è condotto a fare: l’errore percepito serenamente come un prezioso alleato
La concezione dell’errore come un passaggio naturale dell’acquisizione di competenze è una delle conquiste più importanti da far raggiungere alle future insegnanti montessoriane.
In una scuola Montessori proprio questo accade:
l’insegnante trasmette al al bambino l’idea che la segnalazione di un errore è un positivo passaggio sulla via del miglioramento e non comporta affatto un giudizio negativo
Comunica serenità ai bambini e, con essa, piacere nel fare e fiducia in se stessi.
Non vi sentite meglio se ciò che vi circonda è ordinato e ben organizzato?
I vostri bambini hanno un forte bisogno di ordine, anche se a prima vista può sembrare il contrario.
Quando sono più piccoli, hanno bisogno di sapere che ogni cosa ha il suo posto.
L’ambiente in cui vivono (la casa e la scuola) deve rispettare questo bisogno, offrendo un posto comodo ed accessibile per tutti gli oggetti.
I bambini più grandi spostano questo bisogno sugli oggetti della cultura.
Non sentono più piacere nel riuscire ad appendere in ordine il proprio cappotto. Ormai questo non serve più al loro sviluppo.
Possono provare ora piacere nel tenere in perfetto ordine la fila dei globi nell’angolo della geografia o gli oggetti del Tavolo della natura (come nella foto) perché questo corrisponde al bisogno di ordinare gli oggetti e i fenomeni del mondo, che vanno scoprendo.
Questa spinta naturale all’ordine esterno, finalizzata a costruire il proprio ordine interno, produce un risultato quasi incredibile:
- bambini si muovano in autonomia
- scelgono liberamente,
- usano il materiale e, poi,
- lo ripongono al suo posto.
E’ una necessità del vivere in gruppo che si traduce subito, con spontaneità, in rispetto delle esigenze dell’altro.
Avete mai notato che quando siete veramente concentrati imparate meglio, più rapidamente e con maggiore soddisfazione?
La capacità di concentrazione è un’abilità naturale, anzi, un bisogno profondo dell’essere umano, perché è necessario per lo sviluppo delle proprie abilità cognitive.
Lo sviluppo di questa capacità non può essere imposto, ma si realizza attraverso l’abitudine e la ripetizione di “lavori” svolti con interesse.
Niente funziona meglio che attivare nel bambino la sua naturale e spontanea propensione alla concentrazione attraverso delle attività che gradisce, proprio perché su quelle ha indirizzato il suo interesse.
Infatti la libera scelta è alla base della didattica montessoriana.
Imparare diventa gioia e entusiasmo perché sta facendo quel che vuole fare, anziché quel che qualcuno gli dice di fare.
Carico di soddisfazione e della sua fiducia in se stesso, avrà poi ancora più piacere a partecipare ai tanti momenti collettivi guidati dalla maestra.
A breve la continuazione.