Gli aspetti psicologici
Care mamme, papà e educatrici, siamo tutti consapevoli che ogni gesto, ogni aspetto pratico ha il suo risvolto psicologico. Separare in due schemi diversi gli aspetti psicologici da quelli pratici è, di fatto, una forzatura, ma è stata proposta per rendere “più leggibile” l’insieme degli elementi che costituiscono il divezzamento.
Le fasi del divezzamento sono accompagnate da tante attenzioni pratiche, ma soprattutto da un sereno atteggiamento psicologico di fronte alle dinamiche presenti nella relazione con il bambino.
Nella scheda sono raccolte, intorno a 5 titoli, diverse riflessioni; un piccolo percorso proposto come occasione per verificare e confrontare l’attenzione ai segnali e ai bisogni dei piccoli, in questa delicata fase dello sviluppo.
Il passaggio dal latte al cibo solido è una naturale tappa dello sviluppo
Al momento del divezzamento il piccolo è già persona con proprie preferenze, ritmi e con una sua capacità di accettazione e di rifiuto.
La natura predispone fisicamente il bambino al cambiamento in quanto il suo corpo incomincia ad aver bisogno di nuove sostanze. Parallelamente, nel campo psichico, il bambino dimostra di aver raggiunto un livello di maturazione che lo porta ad essere più curioso per ciò che lo circonda, preparandolo così ad una disponibilità verso nuove esperienze.
È un passaggio naturale che avviene serenamente se vengono rispettati ritmi ed esigenze individuali.
C’è un tempo “giusto” per iniziare nel quale il piccolo è più disponibile al cambiamento.
Il divezzamento è un “atto di indipendenza”
La posizione da seduto permette al bambino un diverso controllo visivo del cibo rispetto all’allattamento al seno o con il biberon.
Nel divezzamento il bambino presto diventa in grado di assumere il cibo da sé, prendendolo con le mani e portandolo alla bocca: mette in atto così un primo passo verso l’autonomia.
Ogni situazione in cui sente di poter fare “da sé” gli consente una maggiore relazione con l’ambiente e rinforza il suo piacere del fare.
Essendo un atto di indipendenza può essere controproducente qualsiasi imposizione che va a bloccare le piccole e minute “sperimentazioni”.
La madre “non solo cibo”
Il piacere del contatto e dell’abbraccio materno diventa sempre meno collegato con gli stimoli della fame.
La madre, che è stata fino a quel momento la fonte del nutrimento, della consolazione e del piacere, può incrementare quegli aspetti della relazione che sono al di fuori della stretta nutrizione.
Anche per la madre è importante percepirsi “ricca di altre cose” da dare e non solamente come fonte di cibo.
La nuova posizione per mangiare permette loro di “guardarsi” e condividere con lo sguardo le piccole conquiste.
Ecco che, dopo il pasto, la relazione con la madre può svilupparsi interamente con sorrisi, voce affettuosa, carezze, giochi …
La novità e la rassicurazione
Il bambino è pronto per affrontare le tante novità che porta il divezzamento, ma può aver bisogno di essere rassicurato proprio perché si avventura in qualcosa di nuovo e lascia una modalità ben conosciuta.
La disponibilità della madre e il suo incoraggiamento sono molto importanti per permettere una serena “esplorazione” su territori sconosciuti….
La gradualità
Procedere con gradualità nei tempi, nella scoperta del cibo, nella conquista della posizione seduta è determinante per entrambi i protagonisti.
Il bambino, che può conquistare ed esplorare lentamente i cambiamenti, ha modo di manifestare i propri ritmi e le proprie preferenze.
La madre pronta a cogliere i piccoli messaggi, può più facilmente interpretare le esigenze manifestate dal bambino.
L’eventuale ansia della madre verso i primi e quasi scontati rifiuti può venire facilmente incanalata e contenuta se la sua attenzione viene centrata sulla inevitabile gradualità del processo, che deve svolgersi il più possibile in sintonia con le risposte del bambino.
p.s. Nel testo viene indicata nel ruolo di adulto la “madre”, ma naturalmente ci si riferisce alla “figura materna”.