Le indicazioni pratiche
Care mamme, papà ed educatrici, elenco in questa scheda alcune indicazioni pratiche raccolte in lunghi anni di lavoro con i bambini.
Prendetele come un “consiglio dell’amica”, una traccia, un invito ad osservare e prestare attenzione anche ai piccoli particolari.
Sono “pronto”
C’è un tempo opportuno per il divezzamento. Bisogna coglierlo, altrimenti si potrebbe andare incontro a delle difficoltà: prima, è più facile che si manifesti il rifiuto; dopo, il bambino può rispondere al cibo con ingordigia e anche masticare male.
Ci sono dei piccoli segnali che ci possono indicare che il piccolo è pronto ad iniziare l’avventura del divezzamento:
• comincia a stare seduto e si mostra abile nel tenere in mano gli oggetti;
• è capace di prendere e scegliere un oggetto tra altri e raccoglierlo da solo se gli cade dalle mani;
• inizia a sviluppare giochi con la madre o con le altre figure di riferimento come ad es. un ripetuto offrire e ricevere un oggetto, giocato tra passaggio di mani e sguardi di intesa;
• anche il primo dentino può essere una indicazione che il bambino è pronto ad assumere un cibo diverso dal latte.
Tempi e modi
Avere tante piccole attenzioni sui tempi e sui modi nella fase iniziale dello svezzamento può aiutare il bambino ad accettare i diversi cambiamenti che questo comporta.
Per i primi approcci al nuovo cibo cercate di trovare un momento tranquillo, in cui sia possibile garantire al piccolo un rapporto privilegiato.
Iniziate sostituendo la poppata del pranzo anziché quella della cena.
Preparate un angolo della casa dedicato al momento del cibo. E’ preferibile scegliere uno spazio diverso da quelli dedicati all’allattamento e ai giochi.
Concentrate l’attenzione sulla pappa, parlandogli di quello che state facendo o che andrete a fare insieme, con un linguaggio rassicurante come in un racconto. E’ importante che il bambino partecipi e sia il più possibile consapevole di ciò che avviene.
Curate la cremosità della pappa che, soprattutto all’inizio, non deve presentare grumi: è molto importante.
Sorridetegli. E’ il miglior messaggio per incoraggiarlo;
Siate disponibili, almeno nei primi tempi, ad un orario flessibile. Gli intervalli tra i pasti si allungano, perché la digestione di cereali richiede più tempo; oppure all’inverso, se la quantità della pappa non è stata sufficiente, gli intervalli si accorciano.
A piccoli passi
Il divezzamento è il primo grande cambiamento che il piccolo affronta dopo la nascita e quindi è necessario procedere molto gradualmente in tutti i mutamenti che vengono inseriti. Iniziare non significa concludere: possiamo supporre un tempo orientativo di 2 mesi dalle prime sperimentazioni alla completa accettazione e “al piacere” del cibo. Ogni bambino ha i suoi tempi: permettiamogli di sperimentare, poco per volta, sia la nuova posizione che il nuovo cibo.
La posizione:
Per alcuni bambini può essere importante, nelle prime occasioni di assaggio, rimanere ancora in braccio. La posizione sarà comunque diversa: non accostato al corpo, ma appoggiato sulle gambe con la possibilità di guardarsi reciprocamente in viso.
Ci potrebbe essere un passaggio intermedio in cui l’adulto è seduto (generalmente) su uno sgabello di fronte al bambino, che a sua volta è seduto su una seggiolina con braccioli davanti ad un tavolino, o nell’infansit. Così può essere facilmente rassicurato con lo sguardo e mantenuto il contatto con la sua manina.
Nell’ultimo passaggio il bambino è seduto sulla seggiolina davanti ad un tavolino apparecchiato; l’adulto è ora al lato destro del bambino per aiutarlo senza ostacolarne i movimenti.
Il cucchiaino, il bicchiere, il piatto
Il cucchiaio, il bicchiere e il piatto sono oggetti che il bambino ha visto nelle mani dell’adulto, ma ora è il momento di farne esperienza diretta. Offriamo stoviglie “vere”, simili a quelle usate da mamma e papà e non proponiamo quelle coloratissime di plastica che tanto rimandano a situazioni di gioco.
Scegliete un cucchiaino piccolo sia di incavo che di manico. E’ importante farlo sperimentare con dell’acqua fin da piccolissimo, ad esempio nei casi di singhiozzo (ovviamente ben sterilizzato).
Avvicinate il cucchiaino alle sue labbra e dategli tempo: forse tirerà fuori la lingua, forse aprirà la bocca, forse guarderà interrogativo… E’ importante iniziare con delle azioni che possono essere percepite come “un dialogo”.
Quando il bambino inizia a stare seduto a tavola è il momento di proporre la conoscenza del bicchiere. Si, proprio un piccolo, vero bicchiere di vetro, al posto del cucchiaino o del biberon, per bere l’acqua.
Inizialmente sarete voi a reggere il bicchiere, poi il bambino spontaneamente comincerà ad afferrarlo con due mani.
Vi consiglio di versare nel bicchiere sempre poca quantità d’acqua perché inizialmente può essere rovesciata con facilità; ma… l’esperienza insegna e anche molto rapidamente!
Uguale attenzione è opportuno dare alla scelta del piatto nel quale il bambino mangia. Nel nostro nido offriamo piccoli piatti di ceramica, tipo quelli da frutta, nei quali viene messa poco per volta una piccola quantità di pappa.
Pensate che questo bicchiere di vetro e questo piatto di ceramica siano per lo più destinati ad andare per terra in mille pezzi? L’esperienza ci ha mostrato che l’attenzione del bambino è tutta rivolta a toccare la pappa, a guardarsi le mani, a sperimentare con tutti i sensi il suo cibo. I suoi movimenti diventano talmente concentrati e lenti che la possibilità che tutto finisca per terra è veramente minima. Prevale quasi sempre il piacere e la tranquilla curiosità dell’esplorazione della pappa che ha di fronte, mentre voi, almeno inizialmente, lo imboccate prendendo la pappa dal piatto gestito da voi.
Il nuovo sapore
Iniziate offrendo poche gocce di spremuta di frutta di stagione e siate pronte, se non altro, alla sua reazione di sorpresa.
Aspettate che il bambino mostri interesse, aprendo la bocca all’arrivo del cucchiaino, prima di iniziare a ripetere l’esperienza 2 volte al giorno; poi potete passare a 4 o 5 cucchiaini.
Continuate nei giorni successivi, senza cambiamenti fino all’accettazione del livello che state sperimentando.
Il nuovo cibo incomincia, quindi, ad essere accettato, ma dopo 4 o 5 cucchiaini il bambino può mostrare segni di stanchezza. Non c’è problema: il pasto viene completato in braccio con una poppata di latte. L’adulto deve dimostrare elasticità e capacità di saper “tornare indietro”, per non obbligare al cibo che deve essere sempre fonte di piacere.
La tavola apparecchiata
Nel nostro nido proponiamo di preparare la tavola del bambino con modalità simili a quelle degli adulti, ma in proporzioni ridotte. Dunque un tavolino basso, tanto che i piedi possano toccare per terra, ricoperto da una allegra tovaglia e una seggiolina con i braccioli al posto del seggiolone. Perché questa scelta?
Per la tovaglia è semplice: vogliamo dare importanza al momento del pasto. E’ una forma di rispetto e di attenzione che diamo al bambino, quasi fosse un ospite importante. Inoltre la bella tovaglia diventa un motivo di controllo molto più evidente di un nudo piano del tavolo.
La seggiolina permette di offrire al bambino la dimensione giusta per sperimentare autonomia al momento del pasto. I braccioli, magari inizialmente integrati da due piccoli cuscini, gli permettono di sentirsi contenuto e di assumere la posizione corretta.
Il seggiolone, invece, è un arredo costoso e transitorio e rende passivo il bambino. Infatti il piccolo deve essere “infilato” e non può scendere da solo. Inoltre, quando diventa un po’ più grandicello, ed è capace di alzarsi, rischia di cadere se l’adulto non interviene prontamente.
Come apparecchiamo?
Un tavolino basso è apparecchiato con una tovaglia e con l’occorrente sia per il bambino che per l’adulto.
Per il bambino:
• una sedia con braccioli che deve entrare comodamente sotto al tavolino per permettere al bambino di sistemarsi ben accostato al tavolo;
• un piattino dove viene versata poca pappa per volta e un cucchiaino a sua disposizione;
• un piccolo bicchiere poggiato di fronte al piatto;
• una piccola caraffa per versare poca acqua per volta nel bicchiere: è una grande novità che affascina molto;
• un ampio bavagliolo.
Per l’adulto:
• una scodella con tutto il cibo e un cucchiaino per imboccare;
• un eventuale canovaccio sulle ginocchia.
Esiste in commercio una piccola sedia con i braccioli che si aggancia al tavolo. Questa può essere usata per condividere, per un momento speciale, il cibo con mamma e papà sul tavolo grande. Comunque, non c’è il rischio che questo seggiolino possa essere utilizzato fino ai 4 o 5 anni, come purtroppo avviene spesso con il seggiolone.
il cibo solido
Quando il bambino sta seduto bene e ormai mangia in modo fluido la pappa si può cominciare a fargli sperimentare il cibo solido e la forchetta.
Potete iniziare ad offrire pane raffermo di 2 o 3 giorni, tagliato in modo da poter stare nella mano. E’ una buona occasione di sperimentazione e un aiuto ad accettare il cibo solido rispetto ad uno liquido.
Non preoccupatevi se quando inizia a mangiare da solo alterna le mani all’uso della forchetta.
Offrite i cibi separatamente. Ogni cibo ha forma, odore, colore, sapore e consistenza diversa. Perché far perdere tutte queste esperienze? Anche gli omogenizzati sono differenti tra di loro.
Potete migliorare i sapori delle pappe con eventuali condimenti (indicati dal pediatra).