Nelle scuole Montessori c'è troppa o troppo poca libertà?
La libertà: annoso problema che è stato spesso motivo di critiche e pregiudizi sul Metodo.
La libertà non è “la possibilità di fare ciò che si vuole, ma la possibilità di fare ciò che ho deciso di fare”. Così rispondeva un bambino ad una signora in visita in una scuola primaria Montessori.
Bella risposta! Vediamo ora di coglierne il profondo significato.
Fare ciò che si è deciso comporta la possibilità di esplorare le proprie aspirazioni ed essere in grado di mettere in atto una preferenza. Significa dire “no” ad alcuni desideri per dirigere le proprie energie costruttive su ciò che si è scelto.
Quanti adulti tentennano davanti anche a piccole alternative!
Nelle nostre scuole vediamo bambini, anche molto piccoli, allenare la propria volontà, appunto perché ci sono le condizioni adatte: tante proposte diverse per tipologia e impegno, una tranquilla e non competitiva sfida con le proprie abilità, l’osservazione interessata e imitativa del lavoro degli altri, la circolarità degli interessi e, non ultimo, una disponibilità dell’adulto al sostegno, mai alla critica.
Quindi, nelle scuole Montessori il bambino può dedicarsi all’attività che più gradisce o che più sente utile in quel momento e può stabilire i modi e i tempi con cui condurre l’esperienza.
Esprimere concretamente una preferenza consente ai bambini, anche piccoli, di contattare e sviluppare i propri veri interessi.
L’ambiente Montessori, per garantire l’esercizio della libera scelta, è organizzato (vedi: Perché l’ambiente è maestro?) con proposte adeguate ai bisogni di ogni singola età.
E soprattutto, è un luogo dove il bambino si sente libero, ma anche accolto, sostenuto e rispettato; dove impara a rispettare. Un luogo non solo del “fare”, ma anche degli affetti e delle emozioni.
Questa libertà di azione, che in una “scuola” potrebbe sembrare eccessiva, viene limitata, rafforzata e raffinata nelle sue motivazioni, attraverso il contatto e il confronto con le singole libertà espresse dagli altri.
Molto presto, in ciascun bambino il senso della propria libertà si coniuga con il rispetto delle “regole”: regole chiare, comprensibili, facili da accettare ed interiorizzare anche dai bambini più piccoli; quasi sempre più trasparenti, condivise e con minori risvolti emotivi di quelle determinate in casa da mamma e papà.
Le regole “dettate” dalla vita di gruppo tracciano i necessari confini entro cui è opportuno muoversi. “Confini” che, in quanto ben conosciuti, inducono un senso di sicurezza e protezione. Per questo, non sono solo limitativi, ma inducono la caduta del bisogno di “protesta” e di contrapposizione a favore di atteggiamenti più collaborativi.
Il concetto montessoriano di libertà, come elemento necessario per lo sviluppo della persona, è anche lo spartiacque per poter definire montessoriana una scuola: un ambiente dove non c’è libertà di scelta su “cosa” fare e su “come e quando” condurre le proprie esperienze, non può essere considerato coerente con il messaggio Montessori.
Qui, una domanda nasce scontata: come capire quando un bambino ha delle richieste perché ha contattato un interesse vero o sta facendo semplicemente un capriccio? Per rispondere bisogna approfondire: a una delle prossime FAQ.
LE PAROLE DI MARIA MONTESSORI
• Dinnanzi ai nostri occhi apparve una nuova immagine; non era quella di una scuola o di un’educazione. Era l’Uomo, che sorgeva, l’Uomo che rivelava il suo vero carattere nel suo libero sviluppo; che dimostrava la sua grandezza quando nessuna oppressione mentale veniva a limitare il suo interno lavoro … (MB, p. 7).• Il bambino, dunque, che ha conquistato la sua indipendenza con l’acquisizione di nuove capacità, può svilupparsi normalmente soltanto se lasciato libero di operare (MB, p. 91).
• Il primo problema dell’educazione è di provvedere al bambino un ambiente che gli permetta di sviluppare le funzioni a lui assegnate dalla natura. Il che non significa soltanto accontentare il bambino e permettergli di fare ciò che gli piace, ma disporci a collaborare con un comando della natura, con una delle sue leggi, la quale decreta che lo sviluppo si effettui per mezzo di esperienze sull’ambiente (MB, p. 91-92).
• Il successo di questi risultati (raggiunti dai bambini) è strettamente connesso con il delicato intervento di una persona che guidi i bambini nello sviluppo. E’ necessario che la maestra “guidi” il bambino senza fargli sentire troppo la sua presenza, in maniera di essere pronta a porgere il desiderato aiuto, ma senza essere mai di ostacolo fra il bambino e la sua esperienza (MP ’21, p. 87-88).