Incastri solidi: un materiale di sviluppo
Ecco un video, scaricato da You Tube, che può essere di grande aiuto:
http://www.youtube.com/v/izomt9M5gw4
Sonia sta interagendo, allegra e ben determinata, con l'ncastro solido fino-grosso, uno dei primi materiali Montessori che si offrono ai bambini.
Cosa sta facendo?
Ha tirato fuori tutti i cilindri e sta infilandoli nella base, cercando la corrispondenza tra vuoto e pieno.
Voi potete pensare: “Quale novità rispetto ai tanti giochi, anche molto simili, che si trovano in commercio? Non è come un semplice puzzle?"
Analizziamo nel dettaglio il materiale e il suo uso, alla ricerca di ciò che lo rende speciale.
L’esplorazione
Anche se ben visibili nel video, vi descrivo brevemente i vari pezzi che compongono l'incastro:
- una base di legno massiccio di dimensioni importanti per un bambino: lungo 55 centimetri, alto 11 e largo 8;
- nella base sono scavati 10 fori cilindrici di uguale profondità (10 cm) e con diametri che decrescono regolarmente da 10 a 1 cm;
- 10 cilindri di legno, estraibili facilmente attraverso un bottoncino, ciascuno dei quali corrisponde esattamente ad uno dei fori, nel quale può essere infilato agevolmente;
- L’insieme di ogni sostegno con i relativi cilindretti ha l’apparenza di un comune “portapesi” delle bilance (SB, p. 136).
- Oltre all'incastro fino - grosso, presente nel video, sono disponibili gli incastri piccolo - grande; alto - basso.
Tutto il materiale Montessori è stato pensato per attivare il più possibile la risposta del bambino. E’ come se fosse stato fatto per dire: fai, prova, sperimenta!
Sonia mostra con evidenza il suo interesse nel cercare la corrispondenza tra vuoto e pieno. Ma il suo "infilare" non potrà essere casuale: i fori inseriti nella base sono in gradazione esatta e la sistemazione dei pezzi andrà a ricostruire necessariamente questa gradazione. Nel gergo montessoriano diciamo che questo materiale ha insito il controllo dell’errore.
Questo significa che è il materiale stesso (come ancora il video mostra chiaramente) che guida l’azione e spinge Sonia a ripeterla fino al raggiungimento del successo. Infatti, quando le avanza un pezzo (perché non entra nel foro rimasto vuoto) la bambina si accorge di aver sbagliato e cerca da sola la correzione.
Ecco, mentre Sonia “traffica” con i cilindri, mentre ricerca il giusto incastro per ciascuno di essi, le arrivano dei messaggi importanti:
- esiste una gradualità tra due qualità opposte;
- fino – grosso sono qualità opposte che possono corrispondere agli estremi di una unica serie;
- un cilindro può essere anche troppo grosso (quando non entra nel foro) o troppo fino (quando rimane spazio intorno);
- la qualità di ciascun cilindro è relativa: più grosso di… o più fino di…
Successivamente, gli incastri potranno essere messi in fila, fuori, indipendentemente dall’incastro.
Allora la gradazione diventa evidente ed è solo l’occhio, ora, che può controllare l’errore, non più i fori dell’incastro.
Nessun problema: ormai l’occhio sarà diventato più attento e più esperto.
Il confronto tra le due qualità evidenziate dall’incastro (grosso – fino) avviene attraverso più sensi.
Con questo materiale sono gli occhi che colgono le differenze più marcate, ma anche le mani possono percepire la diversità delle dimensioni dei cilindri e del loro peso (anche per questo il legno è un elemento essenziale).
Il passaggio alla generalizzazione
L’incastro presenta una gradazione. Ha dunque agli estremi il “massimo” e il “minimo” della serie (…). Questi due estremi, se avvicinati, dimostrano la differenza più palese che esista nella serie e perciò stabiliscono il più spiccato contrasto che sia reso possibile col materiale. Il “contrasto” essendo rilevante rende evidenti le differenze e il bambino, anche prima di esercitarsi è capace di interessarsene (SB, p. 111).
La marcata differenza tra i due cilindri estremi rende immediatamente palpabile la specifica qualità sensoriale della dimensione. Quando ai due cilindri vengono associati i nomi, grosso e fino, essi divengono l’espressione materiale dei rispettivi concetti.
Il nome (quindi la categoria verbale) viene calata sull’oggetto dopo che il bambino ha esplorato sensorialmente il materiale e ne ha “assorbito” le caratteristiche.
È a questo punto che avviene la scoperta della corrispondenza tra due categorie: verbale e sensoriale. A ciascuno dei due cilindri viene dato rispettivamente il nome: grosso - fino.
Così, il nome evoca la categoria non per associazione passiva, ma attraverso l’esperienza attiva che ha permesso di sentire e di assorbire le caratteristiche fisiche dei due oggetti.
Quei cilindri saranno, d’ora in avanti, chiamati “grosso” e “fino”:
“è caduto fino”;
“portami grosso”;
“dove sta fino?”…
I due pezzi assumono così la rappresentanza di una categoria verbale diventando, di fatto, la rappresentazione materializzata dei due concetti.
Stiamo prendendo come esempio l'incastri che ha in mano Sonia, ma similmente avviene anche per gli gli altri incastri.
Non siamo ancora ad un concetto astratto, indipendente dall’oggetto cilindro e quindi generalizzabile da parte del bambino (l’età non lo permette, perché è una conquista che avverrà successivamente).
Ma è un punto di partenza e di riferimento, rispetto al quale il bambino continua ad avanzare con più sicurezza nel processo di riordino delle tante esperienze che ha fatto, sta facendo e farà.
Discriminazione sensoriale
Ma gli incastri solidi offrono molto di più. La bambina nel video mostra ancora qualche difficoltà nel trovare le corrispondenze esatte tra pezzi i cui diametri differiscono tra loro solo di un centimetro.
Lei, ha quasi superato la necessità di procedere per tentativi e riconosce abbastanza le differenze solo attraverso lo sguardo: a questo punto il cilindro che “entra giusto” assume solo il ruolo di conferma. Appare evidente come questo materiale permetta di esercitare una discriminazione visiva e tattile piuttosto avanzata e rappresenti una occasione per allenare l’occhio a cogliere differenze sempre più piccole.
piccolo - grande
La ripetizione dell’esercizio
È evidente che Sonia non era la prima volta che giocava con quell’incastro.
Aveva fatto già un passaggio importante: quando mi avanza un pezzo significa che ho sbagliato. Devo cercare dove ho sbagliato.
Infatti, succede spesso che il bambino, finito di ordinare tutti i pezzi nell’incastro, li toglie nuovamente e rincomincia da capo a ricercare le corrispondenze. E questo non una, ma molte e molte volte.
In questa ripetizione dell’esercizio (altro gergo montessoriano) sta la specificità di questo materiale, che permette di chiamarlo scientifico.
Scientifico, proprio perché è studiato in modo da corrispondere a dei bisogni profondi di ordine mentale che il bambino sta in quel momento costruendo nella sua mente.
Nel suo uso, si mettono in gioco i concetti di corrispondenza, di sbagliato-giusto, di gradazione, di fino-grosso, di più fino come di più grosso.
Si sperimenta nelle mani la sensazione tattile di oggetti (di legno) che gradualmente decrescono o, all’incontrario, crescono nelle dimensioni.
L’occhio osserva e valuta foro e cilindro e la mano, “abbracciando” l’oggetto, ne percepisce la dimensione
Si crea così una importante connessione tra il senso visivo e tattile che si conclude con una chiaro messaggio perché tutto torna al suo posto.
Per tutto questo il bambino tende ad utilizzare tante e tante volte questo materiale, perché ogni volta questo gli pone una piccola sfida da superare.
Le sfide possono crescere in corrispondenza della sua abilità ed ecco che, attraverso diversi graduali passaggi, questo stesso materiale può essere usato per abilità sempre maggiori fino ad essere ricomposto anche… ad occhi chiusi.
All’interno di un sistema
Non è come un semplice puzzle?
Posso rispondere tranquillamente: No.
Soprattutto perché l’incastro che ha in mano Sonia non offre una attività fine a se stessa, che si esaurisce nel riordino dei cilindri.
Quell’incastro è strettamente collegato alle esperienze sensoriali che altri incastri simili permettono di sviluppare.
Infatti, come abbiamo visto, oltre all’incastro fino e grosso, c’è l’incastro per piccolo e grande e per alto e basso. Quindi sono rappresentati materialmente i tre concetti basilari che regolano la costruzione spaziale di ciascun oggetto.
È nella esplorazione e nella relazione tra i tre incastri che si vanno a mettere le basi per una chiara rappresentazione mentale delle tre coordinate spaziali e delle loro relazioni.
Il bambino trova questi oggetti poggiati uno vicino all’altro. Apparentemente sono molto simili, solo un occhio già esperto distingue la diversità delle linee che delimitano l’incastro inserito nella base. All’apparenza sono tre basi di legno con 10 piroli ciascuna. Ma è l’azione, e solo l’azione che svela la differenza!
Solo quando si sollevano i cilindri, essi mostrano il loro “segreto”, cioè la differenza nella dimensione e il differente tipo di corrispondenza tra vuoto e pieno.
Ma il “lavoro” esplorativo, sensoriale, mentale non è relegato solo a questo aspetto; infatti, attraverso tutta una serie di materiali è possibile per il bambino entrare in contatto con le caratteristiche dei nostri cinque sensi. E’ come una rete che si allarga, per dare chiarezza e sicurezza nella relazione con gli oggetti e le coordinate del mondo che la natura stessa spinge il bambino ad esplorare. (vedi Elenco dei materiali Montessori).
Si trova in commercio anche un quarto incastro solido pensato dalla Montessori, che rappresenta largo-basso; alto-fino e che, generalmente, si offre ai bambini dopo i primi tre.
La concentrazione
Il materiale Montessori è anche un’occasione particolare per esercitare qualcosa di molto prezioso: l’approccio alla concentrazione.
Quando la bambina, come nel video, si impegna a trovare le corrispondenze (o si impegna a ricercare la soluzione quando si accorge di un errore) si immerge in quello che sta facendo.
Non so se possiamo definirla una vera e propria concentrazione. Ma certo quella bambina sta esplorando e prendendo contatto con la propria capacità di attenzione e di focalizzazione dell’interesse.
E ai tempi di oggi, non mi sembra poca cosa da poter offrire ai nostri bambini!
Mi è stato proprio impossibile descrivere brevemente la complessità dei materiali Montessori.
Quindi per non fare pagine troppo lunghe e per forza indigeste, ho fatto la scelta di suddividere l'argomento in più pezzi.
per aiutarvi inserisco nuovamente la mappa messa nella home:
- Nella FAQ I materiali Montessori: cosa hanno di speciale?
- In MATERIALI MONTESSORI: Le caratteristiche
- Ancora in MATERIALI MONTESSORI: L'elenco dei materiali (in lavorazione)