Il primo nido “Montessori” di Avezzano in Abruzzo
di Prisca Melucco e Cinzia Ranieri
Aprire un nido non è un’impresa facile; oltre al necessario investimento finanziario, occorre superare una serie di procedure burocratiche, trovare i materiali di arredo giusti, organizzare tutto il necessario partendo da zero… Se poi si è principianti e se il nido è il primo nido Montessori di un’ intera città, l’impresa appare come un’avventura ancora più complessa e impegnativa.
Eppure, questo è successo; il primo nido montessori di Avezzano è stato aperto da una giovane montessoriana piena di entusiasmo e di fiducia. Su sua richiesta, le sono stata vicina con consigli ed assistenza.
Raccontiamo ora il percorso che ci ha portato alla realizzazione di un piccolo nido perfettamente operante. Lo faremo a due voci, quella di Cinzia, che ha avuto il coraggio e la determinazione di affrontare l’impresa, e la mia, di “consulente” che ha voluto affrontare insieme a lei la sfida.
Speriamo che la nostra esperienza possa essere di un qualche interesse. Forse, in qualche luogo, c’è una giovane montessoriana che vorrebbe aprire un nido Montessori, magari il primo nella sua città.
A piccoli passi verso la “grande idea”
Il racconto di Cinzia
Per lungo tempo, Montessori è stato per me soltanto un argomento scolastico, ma sempre più coinvolgente: prima a scuola, poi all’università, con le lezioni e la tesi.
Finita l’università, ho trovato naturale frequentare un corso di formazione Montessori, anche se non mi era chiaro come avrei potuto poi utilizzare questa formazione: ad Avezzano e in Abruzzo, non c’erano scuole a Metodo!
Ho percorso con entusiasmo, presso l'Opera Nazionale Montessori, il corso per educatori della prima infanzia (0-3 anni). Ho incominciato a fare tirocinio presso 4 nidi Montessori a Roma. Seduta su una piccola sedia, come di regola, vedevo i bambini che prendevano i materiali e, dopo aver terminato il lavoro, si alzavano e li rimettevano a posto, come cosa del tutto normale. Mi sembrava impossibile!
Ancora ho negli occhi la prima osservazione: la piccola bambina aveva preso tranquilla, da sola, un tappeto, lo aveva steso sul pavimento per bene, con molta calma; poi, sempre tranquilla, aveva cominciato a trasportare sul tappeto i cubi della torre rosa e con molta concentrazione si era impegnata a ricostruirla.
Ciò che avevo letto nei libri e che mi era stato detto durante il corso, adesso lo vedevo in pratica! Ecco cosa vuol dire “autonomia”: scegliere, fare senza ansia, darsi tempi, temprare la propria energia.
Ormai ero proprio affascinata.
E’ stato lì, seduta a guardare i bimbi muoversi in autonomia, “trafficare” interessati, sereni, esprimere un tranquillo affetto verso i compagni e l’educatrice, che mi è mi venuta la “grande” idea: perchè non apro un asilo nido!
Pensavo con orgoglio che avrei potuto portare nella città dove ero nata la mia esperienza e realizzare in concreto quanto stavo osservando.
La vincita della borsa di studio per la migliore tesi al concorso bandito dall’ONM per il premio Jervolino, mi sembrò un segnale di incoraggiamento. Non era facile: avrei fatto da “apri-pista”. Difficilmente nella mia città o addirittura nella mia regione si parlava positivamente dell’educazione montessoriana e nessuno aveva aperto una scuola dichiarata Montessori.
Decisi di approfondire la mia preparazione partecipando anche al corso di specializzazione 3-6 sempre a Roma con O.N.M.
La sfida reale
Certo, ho potuto contare sul sostegno, a tutto campo, della mia famiglia, ormai contagiata dal mio entusiasmo e a cui devo veramente molto.
Iniziai con la ricerca della casa che avrebbe ospitato il nido. Finalmente, trovai un piccolo villino con il tetto spiovente circondato da un giardino; non era grande, poteva ospitare 25 bambini. Era grazioso e mi parve perfetto per iniziare.
Dal momento della decisione è stato necessario quasi un anno per affrontare la progettazione, gli aspetti burocratici, gli acquisti… anzi, l’ultimo mese di agosto è stato veramente frenetico, indimenticabile.
In un nido Montessori non basta ordinare sul catalogo e poi sistemare. Sono molte le cose che devi fare con le tue mani o andare a cercare, una per una, nei vari negozi: dalle tende alle diverse misure adatte per ciascuna ciotola o vassoio.
L’intervento dell’architetto
La prima ipotesi fu di realizzare un nido per bambini a partire da un anno di età. Questo semplificava molte cose, ma era necessario, comunque, fare degli adeguamenti alla struttura e pensai subito di rivolgermi ad una architetto.
Ma ci sono architetti montessoriani?
La mia architetta era molto simpatica e brava, ma progettò gli spazi nel rispetto della normativa, ma poco o nulla in funzione dei bisogni dei bambini in un nido Montessori.
Il nido era stato impostato in modo tradizionale e sembrava non si potesse fare differentemente; ma non aveva quel tono caldo, quasi familiare, che avevo visto nei nidi Montessori.
Un aiuto
Ogni scelta era difficile. E’ a questo punto che mi sono resa conto di aver bisogno di un aiuto: per progettare un nido montessoriano in tutti i suoi particolari serve una grande esperienza. Ed io non avevo esperienza né piccola, né grande. Durante il corso di formazione acquisisci le informazioni utili, ma come è difficile poi metterle in pratica!
L’aiuto l’ho trovato in Prisca, che mi ha guidato nell’impostare montessorianamente l’asilo così come io lo volevo, spiegando, a me e alle educatrici, ma anche all’architetto, il perché delle diverse scelte.
Le difficoltà burocratiche
Ho incontrato diverse difficoltà nell’individuare con chiarezza tutte le normative che devono essere rispettate nella ristrutturazione e nella gestione.
Molte energie sono state spese per le lentezze burocratiche, i mille vincoli, le complicazioni, le spese, anche quelle legate alla possibilità di un finanziamento regionale, poi mai arrivato.
E quante decisioni da prendere, quante scelte da compiere senza avere a portata di mano soluzioni certe per problemi così diversi l’uno dall’altro: il rapporto superficie–bambini; le attrezzature di cucina necessarie per fare le porzioni; il rapporto numero dei bambini/superficie del bagno; fino a quale tipo di illuminazione fosse in regola con le normative.
Ciò ha reso necessario anche fare e rifare interventi in muratura: prima riduci la cucina per allargare la camera da pranzo, poi un nuovo muro per allargare la cucina.
Faccio una proposta: perché non raccogliamo tutte le esperienze di chi, come me, ha fatto questo percorso, per evitare errori e per risolvere velocemente i problemi?
Non nascondo che ci sono stati momenti di scoraggiamento, come quando sono cominciati i lavori per l’apertura di un asilo nido tradizionale a pochi passi dal mio. Nido che ha “goduto” ampiamente del mio sforzo pubblicitario solo perché, venendo dalla strada principale, si incontrava per primo!
Il nido apre
Finalmente il 7 settembre 2009 il Nido Montessori Primi Passi è stato aperto con un open day.
Siamo ad Avezzano in via Kolbe, 52.
Il nido ha la possibilità di accogliere i bambini da tre mesi fino ai tre anni. Abbiamo avuto il coraggio e la fiducia di aprire con solo 8 bambini, ma ad oggi, è frequentato da una ventina bambini, con soddisfazione dei genitori.
Il nido Montessori comincia ad essere visto come una opportunità che completa l’offerta formativa della città e ho concrete speranze che il nido diventi presto una stabile realtà del nostro territorio; e già comincio a vagheggiare di una…”Casa dei Bambini”.
L’assistenza alla progettazione e alla realizzazione del nido
Il racconto di Prisca
L’impegno più stimolante che mi trovavo ad affrontare era quello di conciliare l’esigenza di creare “un ambiente montessoriano” con i limiti di un edificio non grande e costruito a scopo abitativo, a valle di alcuni interventi sulla struttura già realizzati dall’architetto.
Come deve essere un ambiente montessoriano?
E’ una struttura scolastica che ricorda il più possibile una casa. E’ uno spazio articolato, non ripetitivo, con zone distinte e ben caratterizzate. Proprio come in una casa, ogni spazio è dedicato a funzioni specifiche: il soggiorno, la cameretta, la zona pranzo…; ogni luogo ha il suo “sapore” e offre occasioni per vissuti diversi.
Ma un ambiente montessoriano è, soprattutto, uno spazio strutturato in funzione delle esigenze del bambino. E’ un posto ricco di angoli che il piccolo scopre pian piano e gradualmente arriva a conquistare.
La casa, trovata da Cinzia, si presentava semplice, quasi modesta. Un corridoio centrale divideva, sia a destra che a sinistra, delle stanze piccole, ma molto luminose. Nell’insieme, l’edificio era facilmente articolabile per la sua struttura compatta a pianta rettangolare.
Il nido realizzato, come mostra la piantina, si presenta ben leggibile e gradevole, con ambienti non grandi che favoriscono il senso di “casa”.
Dopo aver deciso la destinazione degli spazi, la sfida diventava come inserire in xquei piccoli ambienti le tante e diversificate proposte montessoriane, mantenendo un sufficiente livello di grazia e di leggerezza. Gli ambienti Montessori non devono essere progettati come un insieme strutturato in modo statico e anche per questo è importante che gli arredi siano piccoli e quindi facilmente spostabili ed adattabili.
Gli interventi strutturali
Alcuni interventi sulla struttura muraria originaria erano stati progettati ed eseguiti dall’architetto. Era stata eliminata parte di una parete dell’ingresso, offrendo a chi entrava un ambiente ampio e luminoso. Era stata anche parzialmente eliminata la parete divisoria tra le due stanze a destra, per creare un ambiente più ampio da dedicare alle attività dei bambini; erano stati fatti degli interventi per ingrandire il bagno.
L’intervento per aprire un salone non era né necessario né opportuno. Certo, uno spazio grande ed aperto piace molto agli adulti, ma i bambini, in un nido, hanno bisogno di spazi raccolti e da loro controllabili, che arrivano a conoscere perfettamente. Hanno anche bisogno di essere divisi in piccoli gruppi, in modo da percepire la tranquillità o solo il rumore che il gruppo stesso produce. Quindi, è preferibile non abbattere muri, ma al massimo aprire porte ampie che si possono, al bisogno, chiudere.
In questo caso, ad intervento già eseguito, il grande spazio è stato comunque suddiviso in due aree con dei mobili bifacciali e con un cancelletto, che individuano nettamente due zone con caratteristiche di “lavoro” diverse e quindi con diverse tipologie di arredo.
Uno spazio è dedicato ad attività a tavolino per lo sviluppo della concentrazione che nasce dal rapporto occhio-mano: quindi è più raccolto. L’altro è destinato ad attività che comportano movimento e libera relazione tra pari: quindi è più aperto, più arioso.
Sempre per lasciare la possibilità di aprire o chiudere gli ambienti, “non” sono state eliminate le porte del salone. L’idea iniziale era quella di creare un grande spazio continuo tra il salone e la camera da pranzo e di togliere quel senso di “casalingo” che davano le porte in vecchio stile familiare. Così non sono stati eliminati gli stucchi che decoravano i soffitti, ma solo dipinti dello steso colore.
Le pareti
La descrizione delle pareti è stata, volutamente, lasciata per ultima. Le pareti sono chiare, tinte con colori delicati che non assorbono la luce. Ad altezza dell’adulto ci sono alcune mensole da cui scendono piantine decorative.
Ad altezza dello sguardo dei bambini sono posizionati, un po’ ovunque nel nido, quadri o manifesti particolarmente curati dal punto di vista estetico. Alcuni sono ingentiliti da cornici realizzate con materiale di sicurezza.
Tutta l’attenzione è rivolta alla fascia di vita e di osservazione abituale dei bambini, con l’intento di conferire quel tono di “corposa leggerezza” che caratterizza gli ambienti Montessori.
Un invito agli adulti che avvertono l’ambiente vuoto perché guardano le pareti solo ad altezza del loro sguardo: accovacciatevi per terra per farvi piccoli come lo sono i bambini e guardate adesso le pareti. Le vedrete arricchite e vivificate non solo dai quadri, ma anche dai colori di tutti gli oggetti, i materiali, le scatole e i cestini di cui, di per sé, è ricco un ambiente montessoriano.
Poi nel rimettervi in piedi, pensate che questo non è un ambiente di crescita per voi, ma per loro!