Le nomenclature classificate
La fame di parole
Maria Montessori individua nella prima infanzia una particolare sensibilità e un grande interesse verso le parole nuove, che chiama fame di parole e che ritiene particolarmente intensa fino ai 5 anni.
E’ una fase nella quale il bambino ama particolarmente assorbire il più gran numero di parole. Il bambino ne è affamato in quanto è intento ad ordinare il mondo che lo circonda attraverso il sistema della corrispondenza tra ciò che vede e che interpreta e la parola che lo identifica.
Le parole nuove lo attraggono in modo speciale, proprio perchè le sente come strumento di scoperta.
Questa insaziabilità … esiste certamente in natura e arricchisce spontaneamente il vocabolario del bambino da 300 a 3.000 parole e più, nel periodo dai tre ai 5 anni di età, come è stato accertato dagli psicologi… (SB, p. 285).
Sicuramente, ognuno di noi è venuto in contatto con la gioia con la quale un piccolo ripete un nome difficile! E’ veramente forte l’interesse ad arricchire il proprio vocabolario e, altrettanto forte è la capacità di assorbire parole nuove, difficili, inusuali…
Il materiale delle nomenclature classificate risponde, appunto, in modo molto efficace, al bisogno di acquisire parole nuove.
Fermarsi a questa valutazione sarebbe una lettura superficiale. Infatti le nomenclature offrono, anche, un sistema ordinato per categorie di parole e di significati che, cosa non indifferente, riflette la struttura del nostro pensiero nella conoscenza del mondo che ci circonda.
Ogni cartellina contiene un insieme di schede che, cosa assai importante, possono essere anche “giocate” attraverso delle azioni: aprire, sciogliere, selezionare, appaiare, ricomporre, giocare… e l’azione sull’oggetto trattiene l’attenzione, incanala l’interesse.
Ben diverso e molto meno formativo sarebbe se l’adulto si limitasse a utilizzare questo materiale solo per dimostrare, invece di permettere, anche ai più piccoli, di assorbire nella propria mente, attraverso l’esperienza del fare, le informazioni e la loro organizzazione per categorie.
E’ un fare che permette di scomporre la categoria, di “guardarci dentro”, confrontarla con altre e facilmente ricomporre a piacere. In ciò, sperimentandosi nella valutazione delle differenze e delle somiglianze.
Permettetemi un’altra considerazione: ciascuna nomenclatura è un insieme agibile in modo molto dinamico; uno splendido libro, che tratta dello stesso argomento, è sicuramente meno agibile. Con questo non voglio diminuire l’importanza dei libri, quanto evidenziare invece l’importanza delle nomenclature. Sono due cose diverse ed entrambi essenziali nelle nostre scuole che permettono esperienze diverse.
La funzione delle nomenclature in sintesi
Le nomenclature possono essere effettivamente uno strumento efficace solo se sono numerose, diversificate, belle e soprattutto interessanti.
Svolgono una funzione sensoriale di riconoscimento delle immagini, permettendo un ottimo esercizio di discriminazione visiva.
Rispondono al bisogno del bambino di assimilare parole nuove (fame di parole).
Permettono un importante esercizio di organizzazione spaziale.
Possono costituire, se numerose, una guida alla conoscenza favorendone l’organizzazione per categorie.
Hanno anche una importante funzione di preparazione indiretta alla cultura (Maria Montessori dice: si depositano nell’inconscio).
Un po’ di storia, per curiosi
Le nomenclature classificate sono un materiale-base del metodo Montessori.
Quando ero allieva del corso di formazione Montessori, questo materiale mi venne presentato nell’elenco dei materiali relativi allo sviluppo del linguaggio progettati dalla Montessori stessa. Finora, in tanti anni, non avevo mai avuto la curiosità di approfondire in quale occasione le prime nomenclature fossero state inserite nelle Case dei Bambini.
Prima di riaffermare quanto mi era stato detto, ormai tanti anni fa, ho voluto verificare dove e con quali parole Maria Montessori ha descritto questo materiale. Anche perché sapevo che le nomenclature non erano state introdotte nella prima esperienza a via dei Marsi (vedi bibiografia).
Ho preso in mano La Scoperta del Bambino, ma non vi ho trovato nulla nella parte relativa alla descrizione degli esercizi. Ho cercato anche nelle diverse edizioni del Manuale: ancora nulla.
Allora mi sono ricordata che all’epoca della Montessori le parole rappresentate da immagini erano già ampiamente in uso; forse, non essendo un materiale “inventato” da lei, non aveva ritenuto necessario descriverlo.
A questo punto, ero veramente interessata a capire quando le nomenclature classificate si fossero consolidate come esercizio montessoriano, così come ci è stato tramandato.
Cercando ancora, ho finalmente trovato un riferimento in La Scoperta del Bambino, nel cap. XVI intitolato Il linguaggio, dove questo tema viene affrontato sotto un aspetto teorico. Il breve riferimento si trova nel paragrafo Difetti del linguaggio dovuti a mancanza di educazione (SB, p. 286); ecco perché è difficile da trovare.
Ancora un piccolo riferimento, molto simile, si trova in La mente del bambino nel paragrafo Attività spontanea nel cap. XVII (MB, p. 173-174).
Dai testi citati si intuisce che l’uso delle nomenclature da parte di Maria Montessori è iniziato in India, nel piccolo villaggio di Kodaikanal, dove la dottoressa era stata internata durante la guerra insieme al figlio Mario. E’ proprio il figlio che sviluppa, in accordo con la madre, le nomenclature classificate come materiale per lo studio della botanica.
Le sperimenta nella piccola scuola locale e ne definisce la struttura e le modalità d’uso. In seguito, utilizzerà questo materiale in occasione di diversi corsi di perfezionamento e lo pubblicherà nella rivista dell’Associazione Montessori Internazionale (The Botanical Cards, Comunication/AMI-Amsterdam, 1966, n.1-2, p. 2-10).
Le nomenclature montessoriane, quindi, nascono come materiale per rappresentare la morfologia delle piante e introdurre la loro classificazione. Con le stesse modalità viene introdotto il regno animale.
Nel nostro sito, in La botanica nella Casa dei bambini, sarà possibile scaricare queste nomenclature e le indicazioni per il loro uso: bisogna solo aspettare che gradualmente il racconto di Francesca arrivi alla III fase che tratta dell’informazione scientifica.
Oggi, le nomenclature sono diventate uno strumento per classificare oggetti e attività che possono suscitare interesse nei bambini. Dagli oggetti di uso quotidiano ai pianeti del nostro sistema solare, ai diversi mestieri: ognuno con la sua immagine e il suo nome, raggruppati in insiemi omogenei per significato, natura e funzione.
Le nomenclature sono un materiale importante, che va ben oltre la rappresentazione grafica di un nome o il semplice esercizio di lettura: nel bambino possono essere una risposta a dei bisogni molto più profondi.