La botanica nella Casa dei Bambini - La premessa
L'esperienza di Francesca Traverso
L’arrivo dell’esperta
Cogliendo l’occasione di proporre progetti nell’ambito dei finanziamenti del F.I.S. una collega della scuola suggerì di realizzare un progetto di botanica con l’aiuto di una biologa di un istituto di agraria della nostra provincia. Eravamo entusiaste e l’arrivo a scuola dell’esperta venne accolto con molto interesse.
I bambini avrebbero conosciuto i nomi di 5 tipi di erbacee presenti nel nostro giardino e il nome della famiglia di appartenenza. Avrebbero imparato come si esegue il processo di essiccazione e costruito il loro piccolo erbario. Tutto questo era bellissimo e pronto.
L’esperta venne più volte: lavorava con il gruppo dei “grandi”, passeggiava nel giardino facendo osservare le piante, dando loro il nome e spiegandone il significato.
Raccoglieva le piante con i bambini e definiva la famiglia di appartenenza. I bambini si mostravano interessati, ascoltavano con attenzione le spiegazioni e qualcuno già ripeteva e memorizzava i vari nomi proposti.
Vennero infine proiettate immagini molto belle di alberi e di arbusti. Ogni bambino realizzo il proprio erbario, che portò a casa con l’invito DI continuare la ricerca insieme ai genitori.
Ero soddisfatta e sicura che questa esperienza avrebbe avuto un seguito, con un incremento di curiosità nei bambini e anche un coinvolgimento dei genitori. Ma il materiale continuava a rimanere nei cassetti e tutto si esauriva molto rapidamente.
I dubbi
Mi chiedevo cosa non avesse funzionato, ripercorrendo dall’inizio l’esperienza appena fatta. Che cosa avevano fatto i bambini quando era venuta l’esperta? A che cosa era servita l’attività?
Certo, i bambini avevano visto e conosciuto piante e nomi nuovi; avevano ascoltato e osservato seguendo le indicazioni della nostra esperta; avevano raccolto, classificato e scritto dietro i suoi suggerimenti; ritagliato, avvitato le viti della pressa, incollato, ma avevano potuto sviluppare gli strumenti per essere in grado di ritornare autonomamente nell’esperienza?
Ripensando all’intero percorso, capii che quel lavoro, pur così bello e appagante sul momento, aveva lasciato nei bambini saperi volanti, che difficilmente potevano essere anelli di una catena che si rinforza.
Avevamo pensato a tutto, l’esperta brava, ma avevamo trascurato la parte più importante del nostro compito di insegnanti Montessori: lo sviluppo spontaneo dell’interesse.